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Media education: tra passato e presente

  • Immagine del redattore: Elisabetta Martinelli
    Elisabetta Martinelli
  • 9 giu
  • Tempo di lettura: 2 min
Educa i bambini e non sarà necessario punire gli uomini. - Pitagora

I media sono in rapida e continua evoluzione. Nel periodo della contestazione, negli anni 60 fino ai 70, i media erano utilizzati per formazione e informazione. È stato con il periodo del riflusso, fine 70 inizio 80, che hanno assunto una caratterizzazione più superficiale e individualistica. Soprattutto per il fatto che il lato economico e commerciale è prevalso su quello formativo e informativo. Il vero motivo per cui la gente utilizzava i media era l’intrattenimento. Era un periodo nel quale tutta l’attenzione era rivolta a se stessi, molto diverso dal tempo della contestazione dove le persone si aggregavano a rivolte studentesche, operaie e femministe.

Ai giorni d’oggi, oltre ai media tradizionali, sono nati i nuovi media, tra cui i social media. Grazie ad Internet abbiamo la possibilità di connetterci con persone che abitano dall’altra parte del mondo. È una grande possibilità, ma anche una responsabilità, senza contare che, a volte, si può incorrere ad alcuni rischi.

Per questo motivo la media education è un’esigenza sempre più urgente. Questa deve fornire agli educandi competenze di digital e media literacy, utili anche nella quotidianità.

L’ambiente, ormai saturo di media e di contenuti mediali, rischia di inquinare le nostre giornate. Con discorsi d’odio e informazioni false, ad esempio. Talvolta l’equipe educativo dovrebbe includere esperti di media education per sensibilizzare meglio gli educandi su questo aspetto. Comunque, la media education non dovrebbe limitarsi alla promozione di una comunicazione “gentile” (etica e rispettosa) e a tutelare dalle fake news. Essa, infatti, dovrebbe promuovere l’analisi dei contenuti già esistenti e incentivare alla creazione di nuovi. Tutti elementi che sarebbe importante integrare nel curricolo scolastico.

L’utilizzo delle tecnologie permette di sviluppare le soft skills e competenze complesse, utili all’insegnamento della media education. Queste possono essere apprese dagli studenti e integrate con, eventuali, competenze digitali apprese precedentemente (ad esempio in contesti informali).

In questi casi è utile che l’educatore si dimostri flessibile e ben disposto nei confronti delle intuizioni dei ragazzi.

La media education dovrebbe anche far loro conoscere i bias e le bolle di filtro, elementi che isolano l’utente. Che gli fanno credere che le sue idee e le sue convinzioni siano universali.

L’ambiente digitale è un vero ecosistema dove gli elementi sono interconnessi tra di loro. Far prendere conoscenza di questo è uno degli obiettivi fondamentali della media education.

Tutto questo per educare cittadini responsabili e consapevoli anche nel mondo digitale.


C’è una storia che si chiama “Lettura”, la conosciamo tutti. È una storia di immagini e di immaginazione. - cit. ignota

 
 
 

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